di Antonio Bianco senior

La piazza del 5 aprile ha fatto sentire la sua voce contro il riarmo. La manifestazione è stata organizzata dal M5S, partita da piazza Vittorio Emanuele II è giunta a via dei Fori Imperiali sbandierando lo slogan: “Basta soldi per le armi. Fermiamoli!”. Alla manifestazione ha partecipato l’ANPI con la sua delegazione, ribadendo la completa autonomia da qualsiasi formazione politica nonchéla delegazione del PD guidata da Boccia. Non ha partecipato Italia Viva e Calenda, mentre hanno aderito l’AllenzaVerdi-Sinistra, il Partito del Sud e Rifondazione Comunista. Non sono mancati volti noti di intellettuali e politici quali: Rita De Crescenzo, Marco Travaglio, passando per Alex Zanotelli e Vincenzo De Luca, quest’ultimo ha dichiarato: “Credo che bisogna lavorare per la pace. È irrinunciabile un’iniziativa diplomatica, solo le armi non servono a nulla” (da Policy Maker di Maria Scopece). La CIGL ha lasciato libertà di scelta ai propri iscritti.

Gli 800 miliardi che l’UE metterà in campo saranno spesi per costruire potenti apparati bellici ed addestrare uomini che dovranno uccidere altri uomini. In un mondo dominato dalla paura dell’atomica che garantisce la distruzione dell’intero pianeta, l’Europa impegneràingenti risorse economiche non per alleviare la sofferenza o ridurre i divari economici e di genere, ma per costruire nuove armi senza che vi sia l’esercito ed il ministro della difesa che rappresenti tutta l’UE.

Ognuno dei 27 Stati agirà autonomamente, il governo italiano dopo che avrà raggiunto l’accordo dovrà gravare il bilancio del paese, per i prossimi anni, di almeno 35/40 miliardi che, in un periodo di crescita del PIL di pochi decimali, potrebbe comportare la riduzione di servizi con tagli all’istruzione, alla sanità nonché alla tutela dei cittadini edalla promozione del benessere sociale ed economico. L’Europa è nata per garantire la cooperazione tra gli Stati ed assicurare la pace, se destina risorse alle armi, si prepara alla guerra.

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