di Salvatore Lucchese
Come già preannunciato anche sulle pagine di questa rivista (Laccetti; Lucchese), nonostante il fatto che la nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni da Roma abbia vantato e continui a vantare ottimi rapporti con il Presidente statunitense teorico dell’America First, il ciclone Trump si è abbattuto anche sull’Italia: 20% di dazi doganali, che colpiranno soprattutto le esportazioni di olio, vino, formaggi, conserve di pomodori, insaccati.
Dato lo storico divario tra le “due Italie”, quella del sedicente ‘virtuoso’ Nord e quella del sempre vituperato ‘ozioso’ Sud, chi pagherà, in termini territoriali, i costi maggiori dell’attuale guerra commerciale sarà, come al solito, il Mezzogiorno.
Infatti, la Presidente Giorgia Meloni ha promesso alle imprese italiane uno scudo da 25miliardi di euro da reperire sia dal Fondo di coesione e sviluppo, destinato per l’80% al Sud, sia dal Pnrr, destinato per il 40% sempre al Sud.
Insomma, siamo alle solite: i primi costi della guerra commerciale USA-Italia li pagherà il Sud, trattato ancora una volta da colonia estrattiva interna da cui prelevare risorse in favore del sistema-Nord.