di Natale Cuccurese

Secondo l’Istat in Italia assistiamo ad un ulteriore calo delle nascite, con la fecondità ai minimi storici. Con 1,18 figli per donna nel 2024 viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale sono nati 526mila bambini a fronte dei 370mila del 2024 (-2,6% rispetto al 23). È il nuovo record negativo dal 1861.
Popolazione anziana (età media salita a 46,8 anni, record europeo), giovani/adulti sempre più in fuga all’estero (+ 36,5% rispetto al 2023) che se ne guardano bene dal ritornare in un paese senza prospettive, mentre le famiglie si rimpiccioliscono.
Come trend opposti abbiamo l’aumento positivo dell’aspettativa di vita e il fatto che il calo della popolazione è contenuto momentaneamente dai flussi migratori.
In compenso il divario fra Nord e Sud continua a crescere, con il Sud che si sta letteralmente svuotando. L’Istat nel precedente rapporto parlava di vero e proprio tsunami demografico, una cosa mai vista al mondo. Nel 2070 la Campania avrà un milione e mezzo di residenti in meno, che corrisponde alla somma delle popolazioni di Irpinia, Sannio e della provincia di Caserta. Un processo ormai irreversibile.
E il governo che fa? Addirittura vuole contribuire a desertificare il Mezzogiorno con l’Autonomia differenziata razzista di Calderoli. Forse in questo modo vogliono finalmente risolvere la Questione meridionale? Sì, con l’estinzione dei cittadini del Mezzogiorno. Già oggi Napoli è solo la quinta città al mondo per numero di napoletani residenti.
Col “bando asili”di un paio di anni fa (attenzione tutto nero su bianco quindi non equivocabile) si scopre che il governo prevedeva e certificava che l’emigrazione continuerà, perchè sapeva benissimo che nulla avrebbe fatto e farà per riequilibrare le differenze territoriali, come l’Europa aveva richiesto (stanziando i fondi del Pnrr più alti d’Europa per l’Italia principalmente per questo motivo) ed anzi già prevede che nel 2035 l’emigrazione con l’Autonomia differenziata risulterà maggiorata (dando implicitamente ragione ai dubbi e timori che solleviamo da anni sull’argomento) ed il Sud sarà sempre più desertificato.
Costituzionalmente non sembra accettabile un governo che con 13 anni di anticipo destina risorse a favore di un solo territorio, il Nord,e nei fatti programma l’emigrazione di decine di migliaia di cittadini, dal Sud al Nord, invece di operare per risolvere le disparità territoriali.
Inoltre se un governo programma (stanziando fondi in anticipo), l’emigrazione di migliaia di persone da una parte all’altra del paese (come è avvenuto nel secolo scorso in alcuni regimi totalitari), questo spostamento si può ancora definire emigrazione o è piuttosto una deportazione programmata? E questo governo che con tutta evidenza non rispetta la Costituzione si può ancora definire democratico o non è piuttosto diventato un regime a cui è doveroso opporsi?!
I giovani fuggono, i talenti fuggono, i lavoratori fuggono, in realtà fuggono pure i migranti che cercano anche loro un futuro che non sia razzismo e sfruttamento, come capita in questa democratura fatta di vecchi senza futuro. Fuggono tutti e più solo dal Sud, già desertificato, ma recentemente anche dal Nord perché anche lì c’è crisi e sfruttamento, con una impennata netta rispetto al 2023.
Sintomo di un’economia che perde forza vitale e deve inchiodare al lavoro gli over50 alzando anno dopo anno l’età pensionabile per tenere in piedi i suoi sistemi produttivi vetusti. Siamo rimasti incastrati nelle logiche degli anni ’90, con una popolazione anzianissima, senza i benefici di crescita di quegli anni.
Cosa frena momentaneamente il crollo demografico? I migranti che in parte si stabiliscono da noi. Quelli che Giorgia e i suoi “patrioti” retequattristi vorrebbero deportare a forza in Albania.
La prima cosa da fare sarebbe quella di aiutare le famiglie con servizi per i figli per aiutarli a crescerli dignitosamente, invece di tagliare su asili, sanità, scuola e welfare oltretutto per comprare armi come ci chiede l’Unione Europea. In altre parole non solo ci stiamo estinguendo naturalmente, ma l’idea dell’Europa è mandare quei pochi giovani rimasti a morire in guerra per salvare gli interessi di pochi oligarchi, vecchi anche loro.
Guai poi a parlare di trattenere in Italia con stipendi decorosi i laureati e i lavoratori che emigrano all’estero. Nemmeno presa in considerazione l’ipotesi di farli rientrare alzando appunto gli stipendi a livelli dignitosi, anzi, le poche timide misure prese in passato dai precedenti governi a favore di un possibile “rientro” questo governo le ha cancellate.
Come se non bastasse un sistema mediatico putrido propone sempre l’intervista al prenditore disagiato di turno che ciancia di offerte di stipendi altissimi e di giovani che non vogliono lavorare, dimenticando di ricordare che dal 1992 a oggi l’Italia ha fatto già 26 anni di avanzi primari e che abbiamo quasi 2 milioni di italiani disoccupati, 12 milioni di giovani inattivi (Neet) ed ogni anno decine di migliaia di cittadini costretti ad emigrare anche per mancanza di servizi minimi. Tutti cittadini che andrebbero solo messi in condizioni di lavorare in sicurezza,percependo salari dignitosi, così mettere su famiglia. Chissà perché non lo ricordano mai.
E così il rischio concreto, con il divario fra le Regioni che si allargherà sempre di più anche per la desertificazione indotta, è che la tentazione di abbandonare il Sud al suo destino diventerà troppo forte, con conseguente rottura dell’unità nazionale. Le Regioni del Sud a quel punto da chi saranno popolate, forse dai migranti? Assolutamente no. Anche loro cercano un futuro e anche loro cercano di arrivare nel Nord Italia ed Europa. Una beffa per leghisti e protoleghisti che vedranno le città del Nord con la presenza di ancora più migranti di oggi, mentre per il Mezzogiorno si apriranno nuovi scenari, positivi o negativi ce lo dirà solo il futuro. Resta l’incognita Terza Guerra Mondiale che si avvicina e che potrebbe drammaticamente sparigliare gli scenari. Resta il fatto che comunque la si pensi il futuro si annuncia poco roseo per tutti.

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