di Salvatore Lucchese
La “nebbia di guerra” non oscura, distorce e manipola soltanto le informazioni relative ai conflitti militari in atto a livello globale al fine di controllare i fronti interni ai singoli Stati-nazionali che configgono tra loro per il dominio sul pianeta, ma nel caso dell’Italia, la “nebbia di guerra” occulta anche il progetto eversivo del patto repubblicano di solidarietà tramite l’attuazione di una forma singolare di federalismo asimmetrico, estrattivo e predatorio ai danni del Sud e a vantaggio del sistema-Nord.
Infatti, a maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il ddl delega sui Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), ma, tranne rare eccezioni, nessuno ha dato rilievo a tale notizia sia a livello politico che mediatico-comunicativo.
Se sulla base dei principi di uguaglianza, solidarietà, unità e sussidiarietà, la Corte costituzionale con sentenza 192/2024 ha evidenziato ben sette profili di incostituzionalità della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, e così facendo ha prospettato un federalismo cooperativo in opposizione a quello competitivo promosso dalla Lega ed altre forze politiche affini, il ddl sui Lep, invece, va di nuovo nella direzione diametralmente opposta, in quanto sì ne promuove la definizione, ma non solo lo fa in modo differenziato, distinguendo le materie Lep da quelle non Lep, ma, soprattutto, lo fa di nuovo a “zeru” euro.
La qualcosa comporterà il finanziamento effettivo dei Lep, e non soltanto la loro definizione, attraverso la legittimazione della “leva di maiale” della spesa storica, che già da vari decenni avvantaggia il Centro-Nord ai danni del Sud.
Insomma, tramite la definizione di quelli che, di fatto, si configurerebbero come dei veri e propri Livelli di discriminazione (Ld), un altro passo in avanti verso la meta finale tanto agognata dalla Lega Nord, da Forza Italia (a metà) e da Fratelli e fratellastri d’Italia, senza dimenticare le ambiguità del M5S a riguardo e le madornali responsabilità del Partito democratico dei “popoli” signori del Nord: l’istituzionalizzazione definitiva della storica condizione subalterna del Sud come colonia estrattiva interna del sistema-Nord.
Il tutto in una fase storica in cui quasi sicuramente agli “scippi” di Stato della spesa pubblica ordinaria perpetrati sistematicamente ai danni del Meridione si assoceranno anche quelli autorizzati dalla Ue della spesa aggiuntiva dei fondi coesione e sviluppo e del Pnrr per potere riarmare gli Stati-nazionali europei, in primis la Germania.
“Scippi” su “scippi” che non solo affosseranno definitivamente il Sud, ma potrebbero anche innescare la deriva balcanica di un sistema-Paese sempre più diviso e diseguale non solo sul piano sociale ed economico ma anche su quello civile in un contesto geopolitico caratterizzato dalla “guerra mondiale a pezzi”.
Chi si opporrà all’attuazione del federalismo discriminatorio? Quali forze politiche, sociali e culturali avranno il coraggio di lottare per rimettere al centro dell’agenda politica nazionale la questione meridionale? Quali forze si opporranno sempre più coerentemente, radicalmente e lucidamente alla deriva autocratica, classista, razzista ed omofoba di quello che rimane della Repubblica democratica italiana e dei suoi ideali guida di uguaglianza, coesione, equità e solidarietà? Sud territoriali, sociali, economici, civili, di genere e generazionali sempre di più senza rappresentanza.