di Salvatore Lucchese
Domani 25 aprile 2025 si celebrerà l’80° anniversario della Liberazione dell’Italia dalla dominazione nazi-fascista, premessa storica fondamentale per la nascita della Repubblica democratica italiana “una” e “indivisibile”.
Purtroppo, ancora oggi, visti attraverso gli occhi delle classi marginali meridionali, e non solo meridionali, molti articoli del nostro dettato costituzionale nato dalle culture politiche dell’antifascismo e della Resistenza partigiana non sono ancora stati attuati appieno per quanto concerne anche i diritti basilari alla salute, al lavoro e all’istruzione.
E se l’articolo 3 della Carta costituzionale fissa il valore guida dell’uguaglianza formale e sostanziale tra i cittadini italiani, la costituzione materiale di questo Paese, invece, ci dice, l’esatto opposto: il “Bel Paese” è fondato anche sulla diseguaglianza territoriale, ossia sull’acuirsi ancora oggi dello storico divario tra le “due Italie” per reddito, tasso di occupazione, disoccupazione, scolarizzazione, povertà, cure sanitarie, speranza di vita, etc.
Un unicum in Europa e nel Mondo, una vera e propria vergogna civile quella del Sud Italia ridotto da sempre a colonia estrattiva interna del sistema-Nord. Una condizione di conclamata subalternità che ora il sedicente Governo dei ‘sovranisti’ e dei ‘patrioti nazionali’, raccogliendo il testimone passatogli dai precedenti Governi Gentiloni, Conte I, Conte II, Draghi, anche loro di orientamento leghista e para-leghista, vorrebbe, a Costituzione rovesciata, rendere defintiva e permanente grazie all’attuazione del regionalismo discriminatorio e predatorio in salsa calderoliana.
L’esatto opposto dell’ideale, messo nero su bianco dai nostri padri costituenti, dell’Italia una ed unificata, fondata sull’uguaglianza, sulla solidarietà e sulla giustizia sociale . Un progetto eversivo, quello del Governo Meloni, dello spirito e della lettera del nostro dettato costituzionale contro cui occorre continuare a mobilitarsi contro, intrecciando, nell’ottica dell’intersezionalità, la lotta alle diseguaglianze territoriali con le lotte contro tutte le altre forme di diseguaglianze sociali, economiche, culturali, di genere e generazionali. Insomma, per un 25 aprile “sobrio”, contro il regionalismo estrattivo e discriminatorio ai danni del(i) Sud, ora e sempre, Resistenza! Resistenza! Resistenza!