di Salvatore Lucchese

Mentre il dibattito politico-mediatico verte, giustamente, sull’esecrando sterminio di massa dei Palestinesi di Gaza, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, il leghista padano Roberto Calderoli da Bergamo, già condannato nel 2019 per razzismo e convinto promotore della bonifica della “fogna Napoli”, rimette in moto la macchina per la “secessione dei ricchi” a vantaggio del sistema-Nord e a discapito del Sud, e non solo del Sud.

Infatti, coerentemente allo scambio politico al ribasso sul quale poggia il governo Meloni – regionalismo differenziato alla Lega Nord, riforma della giustizia a Forza Italia (a metà) e riforma del premierato (ferlocco) a FdI (del Nord) – in settimana il Cdm del presunto governo “patriottico” e “sovranista” ha pensato bene, nell’affrontare gli oceani procellosi di “Caoslandia”, di rafforzare il “vascello” Italia approvando il ddl delega sui Lep a “zero euro”.

La qualcosa, a dispregio dello spirito e della lettera della Costituzione, come già rimarcato dalla Consulta con la sua sentenza 192/2024 sul precedente ddl Calderoli, comporterà il farsi Stato delle Regioni insieme alla coeva, definitiva, permanente e strutturale istituzionalizzazione della spesa storica, che, già da decenni, ogni anno favorisce il Centro-Nord ai danni della colonia interna Sud nella distribuzione dei “pani e dei pesci” relativi alle risorse con le quali garantire in modo equo sull’intero territorio nazionale la fruizione dei più basilari diritti di cittadinanza: salute, istruzione, trasporti.

Nel frattempo, la borghesia meridionale, nell’adempiere alla sua funzione subordinata di milizia coloniale ascara in servizio permanente effettivo, si presta prona a compromessi al ribasso: regionalismo differenziato al Nord in cambio dello sgocciolamento delle risorse straordinarie del Pnrr e della Zes unica (Cchiù pilu pe’ tutti) al Sud. Viva l’Italia divisa e diseguale.

 

 

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