Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Massimo Cogliandro

La storia narrata nei nostri testi scolastici è quella dettata dai reali e dai loro governanti nel post unità d’Italia. Calpestarono l’onore dei Meridionali rivoltatisi! Garibaldiaveva promesso la fine dell’opprimente latifondo, che impoveriva le genti del sud e così infiammò le piazze che lo seguirono per l’unità d’Italia! Ma furono vane le promesse di Garibaldi, tanto che nacque il detto “promesse garibaldine”.

Ma i reali ed i loro stretti collaboratori, tra cui spiccò Camilo Benso Conte di Cavour, spremettero tutto il loro acume discriminatorio nei confronti del Sud Italia. Alla fine non nacque l’Italia di Mazzini né quella di Garibaldi ma l’attuale cavouriana! Non si completò con la realizzazione degli ideali riformatori e repubblicani, ma Cavour cucì un’Italia, non solo fatta con complicità internazionali, ma anche pregna di un reticolodi interessi nazionali. Per agevolare queste ultime aprì le decisioni del Re al volere lobbista di una scremata oligarchia di nobili potentati, rappresentanti di commerci ed intrighi economici, inseriti nel parlamento sabaudo.

Al nord c’erano famiglie nobiliari che si aprivano all’industrializzazione e chiesero nel nuovo parlamento strumenti economici di sviluppo. Al sud i latifondisti ottennero il mantenimento delle loro posizioni. Persino la Curia giovò di tale decisione!Il post unità d’Italia fu momento di rilancio per il nord del Regnod’Italia, per il loro cosiddetto “Risorgimento”, ma ad esclusivo vantaggio delle zone natie dei reali. Giovò di maggiori investimenti non penalizzati da fondiche per logica sarebbe dovuti essere indirizzati pariteticamente al sud. Quest’ultimo venne mantenuto in povertà, in ossequio al volere latifondista che aveva interesse allo stagnamento della situazione per poter sfruttare al massimo la popolazione contadina che così non aveva altra scelta di sussistenza.

I latifondisti chiesero il mantenimento della situazione e il Regno colse un’opportunità di sviluppo in più per il nord. Emblematica fu la frase del primo governatore della Banca Nazionale del Regno d’Italia che, disse nel parlamento sabaudo, presentando le norme per l’alienazione dei beni demaniali, specie quelli del Regno delle due Sicilie:“I Meridionali non dovranno mai essere più in grado di intraprendere”.  Pietra miliare della politica italiana da allora ad oggi! Ma a completare il quadro mancava il silenzio della stampa internazionale e dell’opinione pubblica che sapeva della ribellione di contadini meridionali ancor più impoveriti dall’unità d’Italia.

Quindi quei governanti si posero il problema di silenziare la situazione, occultare la loro repressione. Foraggiarono eminenti studiosi che affermarono la genetica tendenza dei meridionali, specie calabresi, a delinquere, vararono leggi paurose, drammatiche e razziste come la Pica, la demanializzazione delle industrie meridionali e stravolsero il significato della parola “brigantaggio”. In italiano è legato alle ruberie, anche con violenza e lo appiopparono a tutti quelli che si ribellavano all’indirizzo politico del nuovo Regno d’Italia.

Prova storica, non molto nota,dell’uso distorto del termine è la storia del Generale José Borges. Militare effettivo dell’esercito Borbone, venne inviato dal Re in esilio ad eseguire una contro spedizione dei mille, unitamente a suoi commilitoni!  Il 13 settembre 1861 sbarcò sulle spiagge di Brancaleone (RC). Gli avevano promesso il supporto della gente del posto che si sarebbe rivoltata per restaurare i Borbone. Ma non avvenne nella misura sperata e perse tutte le battaglie. Andò anche in Basilicata dove in un primo momento sembrava avere successo, per la rivolta in più paesi, ma, dopo poco, fu sedata dall’esercito sabaudo.

Constatato di aver perso qualsiasi possibilità di riuscita, tentò di fuggire verso lo Stato Pontificiosperando di tornare dal suo Re. Ma a Tagliacozzo, fu catturato con gli altri suoi commilitoni e fucilato con l’accusa di brigantaggio! È assolutamente evidente che le direttive nel Regno d’Italia attribuirono, a quest’accusa, un diverso significato, contrastantecon quello autentico del termine, reinterpretandoloper coprire il genocidio deirivoluzionari meridionali!

Quindi anche al Generale José Borges toccò,non solo il plotone d’esecuzione, ma anche la diffamazione venendo fucilato per brigantaggio! Nessuno considerò il suo status di militare in missione in un territorio nemico, visto che apparteneva all’esercito Borbone ed eseguiva ordini esvolgeva attività militari. Fu fucilato con l’accusa di un delinquente comune e gli furono negati anche i dovuti onori militari! La macchina del fango non guarda in faccia nessuno, neanche in punto di morte! Questa falsità d’uso del termine brigantaggio è una meschina catena che lega la dignità meridionale all’infamia, ma che si spezza induttivamente alla luce di questa prova!

Il 9 aprile ultimo scorso sua Maestà il Re Carlo III d’Inghilterra ha parlato al Parlamento Italiano ed ha spezzato un’altra catena di falsità. Nel suo discorso ha fatto luce su un aspetto di quel periodo, tacitando i negazionisti storici prezzolati dal sistema. Ha testualmente detto tra l’altro: “…Un altro fondamento nel quale il Regno Unito è orgoglioso di aver avuto un ruolo è il sostegno che il nostro Paese diede all’unificazione italiana. Quando Garibaldi sbarcò vicino a Marsala, in Sicilia, nel maggio del 1860, due navi da guerra della RoyalNavy erano lì a vegliare. Garibaldi era, come sapete, molto ammirato nel Regno Unito. Quando visitò il Paese nel 1864 per ringraziare il popolo britannico del sostegno ricevuto, scoppiò una vera e propria “Garibaldi mania”. Circa mezzo milione di persone accorsero a salutarlo a Londra. Gli fu persino dedicato un biscotto – il segno supremo dell’ammirazione britannica! Molti degli eroi del Risorgimento – tra cui Cavour e Mazzini – trascorsero del tempo nel Regno Unito….”.

Molti storici o presunti tali negavano la circostanza dell’ingerenza britannica. Più libri, non ministeriali, hanno da tempo riportato la vicenda. Anche nel mio Sud e meridionalismi. Perché sono inutili, lo avevo già indicato! Il tempo inizia a restituircila verità, certificata ai massimi livelli e che spero silenzi le polemiche contraddizioni. Possiamo affermare a voce alta che gli inglesi ebbero un ruolo fondamentale nell’incanalare l’unità d’Italia contro gli interessi francesi. I mille sarebbero stati spazzati via dalle navi francesi senza l’azione militare degli inglesi. Re Carlo III, se ne è vantato e cancella totalmente la filastrocca storica riportata su tutti i libri di testo scolastici, della semplice passeggiata di mille in camicia sgargiante.

Questo pezzo di ritrovata realtà, per rispetto del Re e dell’Inghilterra, dovrebbe ministerialmente trovare spazio in tutti i libri di storia scolastici,correggendo questo aspetto vergognosamente tramandato fino ai giorni nostri. I conquistadores cavouriani hanno narrato fino ad oggi un’altra storia, diversa dalla realtà anche contro ogni logico riscontro! Sull’altare dell’unità d’Italia furono sacrificati per fucilazione o deportazione centinaia di migliaia di innocenti meridionali colpevoli di voler vedere mantenuta una promessa garibaldina!Le false catene storiche, studiate a tavolino, per imbrigliare ed infamare il Meridione si stanno sgretolando.Si avvicina il giorno che finalmente questi martiri verranno onorati!Questo mare di sangue meridionale è, sicuramente molto più imponente in confronto, ad esempio, a quello delle Foibe! Allora mi domando e vi chiedo perché non dedicargli una giornata commemorativa? Servirà un altro Re a certificare il genocidio patito dal Sud Italia sull’altare dell’unità? Basterebbe aprire gli archivi storici specie quelli militari!

 

 

 

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